Archivio mensile:gennaio 2012

La campagna "Giovani e Gioco" va sospesa!

da www.gruppoabele.org

Il CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), il Gruppo Abele, Libera e Alea-Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio condividono pienamente la richiesta avanzata dalla senatrice Baio ed altri parlamentari con la quale si chiede al presidente del Consiglio Monti di intervenire per la sospensione della campagna dei Monopoli di Stato “Giovani e Gioco”. “Da parecchi mesi”, dichiarano Matteo Iori, presidente del CONAGGA, don Armando Zappolini, presidente del CNCA, don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera, e Graziano Bellio, presidente di Alea, “sottolineiamo la gravità di alcuni dei messaggi contenuti nel dvd presentato dall’AAMS ai giovani studenti italiani. Riteniamo inammissibile che un progetto che coinvolge 70.000 studenti e che, secondo le dichiarazioni del direttore dei Monopoli, si vuole estendere alle fasce dei minori più piccoli, contenga frasi come: ‘Evolve chi si prende una giusta dose di rischio, mentre è punito chi non rischia mai o chi rischia troppo!’, o ‘Ci si attacca alla rete, al cellulare, alle slot machine o ai videopoker parcheggiati nei bar per dare risposta al primordiale bisogno di vincita che l’essere umano ha in sé’, o dove viene promosso l’aspetto meno educativo e socializzante dei giochi online dichiarando che grazie a questi: ‘Non c’è bisogno di cercare compagni di gioco come si faceva da bambini, perché questo gioco è spesso solitario e decontestualizzato’.”

“Riteniamo”, continuano i presidenti delle cinque organizzazioni sopra citate, “che il progetto portato nelle scuole contenga troppi stimoli al gioco d’azzardo e che finisca per sostenere l’idea che i ragazzini debbano giocare d’azzardo almeno un po’, come si può cogliere con più chiarezza dagli esiti proposti nel test interattivo contenuto nel dvd. I risultati del test si permettono di dire, a un giovane che dichiara di non apprezzare il rischio e il gioco d’azzardo: ‘Ti manca solo una frusta tra le mani… lo spirito del bacchettone aleggia sulla tua testa! Per te non esistono colori, tutto è bianco o tutto è nero. Il gioco è rischio ed a te i rischi non piacciono, meglio aggirare gli ostacoli. Così facendo, però, perdi tutte le sfumature della vita. Integerrimo… o semplicemente rigido come un ghiacciolo appena tolto dal freezer? Urge ammorbidente’. Mentre il profilo ritenuto migliore dal test è quello di chi dichiara di giocare d’azzardo almeno un po’: ‘Tutto sommato hai una buona idea di cosa sia il gioco. Non sei un fanatico, ma non ti fai mancare una partitella ogni tanto… giusto per tenerti in allenamento. Il tuo motto? Poco non fa male nemmeno il veleno! Bilancia in equilibrio’.”

“Le parti critiche di questo progetto”, concludono Iori, don Zappolini, don Ciotti e Bellio, “sono state più volte denunciate, sono molteplici e sono presentate in modo più esteso nel video visionabile sulla home page del sito www.libera-mente.org. Sappiamo con certezza che, come sostenuto da tutte le ricerche fatte in Italia, centinaia di migliaia di minorenni del nostro paese giocano d’azzardo nonostante questo sia vietato per legge; sappiamo anche che decine di migliaia di giovani studenti hanno un problema di patologia legato al gioco d’azzardo.

Riteniamo che un’amministrazione pubblica come i Monopoli di Stato non possa promuovere un progetto sul gioco d’azzardo con così tante lacune e, concordando con la proposta presentata dai senatori al presidente Monti, auspichiamo che questo venga sospeso al più presto in attesa di un nuovo progetto che, sviluppato in un contesto privo di conflitti di interesse, possa davvero promuovere una riflessione su tutti i rischi legati al gioco d’azzardo.”

Rassegna stampa 14-20 gennaio 2012

14/01/2012, La Stampa, Biella, “Incontro con Libera sul Gioco d’azzardo” (leggi)

15/01/2012, La Stampa, Sanremo, “Sindacati contro i nuovi tavoli”, M.C. (leggi)

18/01/2012, La Stampa, Alessandria, “Sale gioco e compro-oro nuovi sorvegliati speciali”, Selma Chiosso (leggi)

19/01/2012, La Stampa, Asti, “In rovina per le slot, rapina le poste: preso”, Massimo Coppero (leggi)

20/01/2012, La Stampa, Gattico (No), “Sala giochi, un ricorso, Ora si pronunci il Tar”, Cinzia Bovio (leggi)

Rassegna stampa 7-13 gennaio 2012

 

9/01/2012,La Stampa, Biella, “Libera sbarca a Biella contro il gioco d’azzardo”, (leggi)

9/01/2012,La Stampa, Torino, “Le amicizie pericolose di Tevere nate nelle sale dei videopoker”, Massimiliano Peggio (leggi)

9/01/2012, Il Sole 24 Ore.it, Roma, “Azzardopoli: Roma la Las Vegas d’Italia con 50mila slot machine”, Roberta Galullo (leggi)

9/01/2012, AGI.it, Roma, “Gioco: Libera, azzardo nuova frontiera della criminalità organizzata” (leggi)

10/01/2012,La Stampa, Roma, “L’Italia delle cosche nel business del gioco d’azzardo”, Grazia Longo (leggi)

10/01/2012,La Stampa, Roma, “L’uso degli smartphone aumenterà i rischi ”, Grazia Longo (leggi)

12/01/2012,La Stampa, Sanremo, “Una crisi sempre più allarmante”, G.MI. (leggi)

12/01/2012,La Stampa, Verbania, “Vincoli d’orario alle slot, il comune perde la causa”, Filippo Rubertà (leggi)

13/01/2012, La Repubblica.it, Roma, “Tar sospende tassa su fortuna, difficile calcolare le vincite” (leggi)


Azzardopoli – il dossier di Libera sul gioco d'azzardo

da www.libera.it 

Presentazione del dossier Azzardopoli – Quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare, curato da Daniele Poto.

BENVENUTI AD AZZARDOPOLI

LE MAFIE FANNO BINGO: 


UNDICESIMO CONCESSIONARIO OCCULTO DEL MONOPOLIO
10 MILIARDI IL GIRO D’AFFARI ILLEGALE, 
41 CLAN SEDUTI AL TAVOLO VERDE
10 PROCURE DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA  CHE HANNO FATTO INDAGINI

ALLARME MALATI DI GIOCO: 
800 MILA PERSONE DIPENDENTI DA GIOCO D’AZZARDO E 2 MILIONI A RISCHIO

Scarica il Dossier Azzardopoli 2012 (Copertina e note bibliografiche)

Un paese dove si spendono circa 1260 euro procapite,neonati compresi, per tentare la fortuna che possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. E dove si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d’azzardo equasi due milioni di giocatori a rischio.Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. E’ “la terza impresa”italiana, l’unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie ha presentato il dossier Azzardopoli,il paese del gioco d’azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare che fotografa con storie e numeri una vera calamità economica, sociale e criminale, curato da Daniele Poto e che prossimamente diventerà una pubblicazione. Sono ben 41 clan che gestiscono “i giochi delle mafie” e fanno saltare il banco. Da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale. Con i soliti noti seduti al “tavolo verde” dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, da Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Le mafie sui giochi non vanno mai in tilt e di fatto si accreditano ad essere l’undicesimo concessionario “occulto” del Monopolio. Sono ben dieci le Procure della Repubblica direzioni distrettuali antimafia che nell’ultimo anno hanno effettuati indagini: Bologna, Caltanissetta, Catania, Firenze, Lecce, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma. Sono invece 22 le città dove nel 2010 sono stati effettuate indagini e operazioni delle Forze di Polizia in materia di gioco d’azzardo con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata.

Ad Azzardopoli i clan fanno il loro gioco. Sono tante, svariate e di vera fantasia criminale i modi e le tipologie fare bingo. Infiltrazioni delle società di gestione di punti scommesse, di Sale Bingo,che si prestano in modo “legale” ad essere le “lavanderie” per riciclaggio di soldi sporchi. Imposizione di noleggio di apparecchi di videogiochi, gestione di bische clandestine, toto nero e clandestino. Il grande mondo del calcio scommesse, un mercato che da solo vale oltre 2,5 miliardi di euro. La grande giostra intorno alle scommesse delle corse clandestine dei cavalli e del mondo dell’ippica. Sale giochi utilizzate per adescare le persone in difficoltà, bisognose di soldi, che diventano vittime dell’usura. Il racket delle slotmachine. E non ultimo quello dell’acquisto da parte dei clan dei biglietti vincenti di Lotto, Superenalotto, Gratta e vinci. I clan sono pronto infatti a comprare da normali giocatori i biglietti vincenti, pagando un sovrapprezzo che va dal cinque al dieci per cento: una una maniera “pulita” per riciclare il denaro sporco. Esibendo alle forze di polizia i tagliandi vincenti di giochi e lotterie possono infatti giustificare l´acquisto di beni e attività commerciali. Eludendo così i sequestri.

Numeri, storie, analisi del dossier di Libera non svelano la soluzione di un giallo perché, semmai, il colore che prende l’impresa è il nero. Per i risvolti in chiaroscuro, per le numerose zone d’ombra di un sistema complessivo, quello dei giochi d’azzardo, che, curiosamente, ma non troppo, in un paese in crisi come l’Italia, funziona e tira. E’ un settore che, cifre alla mano, offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, grandi e piccole. E mobilita il 4% del Pil nazionale. E con 76,1 miliardi di euro di fatturato legale l’Italia con questa cifra occupa il primo posto in Europa e terzo posto tra i paesi che giocano di più al mondo. Per rendere lidea- commenta Libera- 76,1 miliardi, sono il portato di quattro Finanziarie normaliuna cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di più di quanto viene riversato sull’istruzione.
Se analizziamo gli ultimi dati riferiti ai mesi di ottobre e novembre 2011, il primato per il fatturato legale del gioco spetta alla Lombardia con 2miliardi e 586 mila di euro, seguita dalla Campania con un miliardo e 795 mila euro. All’ultimo gradino del podio ilLazio con un miliardo e 612 mila euro. Soldi che girano grazie alle 400mila slotmachine presenti in Italia, una cifra enorme, una macchinetta “mangiasoldi” ogni 150 abitanti, un mini casino’ tablet in giro per i nostri quartieri.

E Roma è da primato nazionale: 294 sale e più di 50mila slot machine distribuite tra Roma e provincia. Con il primato di detenere il piu’ grande locale d’Europa quello di piazza Re di Roma, nel quartiere Appio con 900 postazioni di gioco. E se il riciclaggio in Italia tocca il 10% del Pil (il doppio che nei paesi occidentali progrediti) non si può pensare che il gioco ne sia immune. Il 69% degli italiani che giocano on line ha subito una qualche forma di cyber crimine contro una percentuale mondiale che si attesta sul 65%.
Non sono solo numeri: dietro ci sono storie, fatiche, speranze che si trasformano per tanti in una trappola psicologica ed economica. A subire le conseguenze della crescente passione dello Stato per “il gioco” sono i cittadini, con costi umani e sociali che di certo superano i guadagni in termini monetari per le casse pubbliche. 
Secondo una Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani del novembre 2011 curata dall’Associazione ” Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”,e coordinata dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), 
volta ad indagare le abitudini al gioco d’azzardo è stimato che in Italia vi siano 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio. Il che significa che vi sono circa 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo all’interno di un’area di quasi due milioni di giocatori a rischio. I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana, per più di tre ore alla settimana e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese.
Il quadro che emerge dal dossier di Libera e prim’ancora dalla ricerche e dalla relazioni sul mercato dei giochi e delle scommesse (da quella della Direzione nazionale antimafia a quella della Commissione parlamentare antimafia) sollecita, insomma, una risposta adeguata da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni e da chi le governa.Alle imprese più importanti e significative e a chi gestisce queste attività in maniera lecita è richiesta, oggi, una chiara e netta assunzione di responsabilità.Si tratta d’intervenire insieme e quanto prima possibile su tutti i versanti di questa vera e propria calamità, economica e sociale: quello normativo, per rendere più efficace il sistema delle autorizzazioni, dei controlli e delle sanzioni; quello educativo e d’informazione, rivolto soprattutto ai più giovani; quello di prevenzione e cura delle patologie di dipendenza dal gioco; quello culturale e formativo, che chiama in causa gli stessi gestori delle attività lecite.

Libera, al riguardo, fa proprie le proposte avanzate al governo e al Parlamento nel dicembre del 2010 dall’Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) e dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’azzardo) e propone di: definire e approvare una legge quadro sul gioco d’azzardo, affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività di gioco d’azzardo, ridefinendo le procedure autorizzatorie; limitare i messaggi pubblicitari e di marketing sul gioco d’azzardo e garantire forme di reale e corretta informazione per il pubblico; promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco d’azzardo attraverso campagne di informazione alla cittadinanza; recepire l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata e che, in assenza di misure idonee d’informazione e prevenzione, può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale; consentire ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari (oggi abbandonati a se stessi), il diritto alla cura, diritto al mantenimento del posto di lavoro, diritto di usufruire dei benefici di legge, diritto a una parificazione tributaria e fiscale.

Per quanto riguarda, invece, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni d’illegalità nel mercato dei giochi, Libera, sollecita l’elaborazione di norme tese a rafforzare e rendere più efficaci, anche attraverso la previsione del delitto di gioco d’azzardo. Inoltre intensificare e potenziare i controlli ed il monitoraggio delle concessione licenze a società estere che organizzano e gestiscono scommesse in Italia ai controlli sulle persone degli amministratori , dei bilanci e delle rendicontazioni contabili, per scoraggiare e prevenire fenomeni di riciclaggio; l’inasprimento delle sanzioni amministrative pecuniarie (fino a 20mila euro e chiusura fino a 30 giorni dell’esercizio) per chi viola il divieto di gioco di minori; l’inasprimento delle sanzioni in funzione antiriciclaggio previste dal decreto 231 per chi gestisce attività di gioco senza autorizzazioni; la previsione di conti correnti dedicati per concorsi pronostici e scommesse; il registro scommesse e requisiti più stringenti per chi gestisce locali e attività di gioco pubblico.

 

TUTTI I NUMERI DI AZZARDOPOLI

76,1 miliardi di euro fatturato mercato legale del gioco nel 2011, primo posto in Europa e terzo posto nel mondo tra i paesi che giocano di più
1260 euro procapite, (neonati compresi) la spesa per i giochi
10 miliardi di euro il fatturato illegale
41 clan si spartiscono la torta del mercato illegale del gioco d’azzardo
800mila persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio
10 le Procure della Repubblica direzioni distrettuali antimafia che nell’ultimo anno hanno effettuati indagini
22 le città dove nel 2010 sono stati effettuate indagini e operazioni delle Forze di Polizia con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata.
25mila- 50mila al giorno ricavo clan Valle-Lampada per gestione videopoker e macchinette slot-machine
400mila slotmachine in Italia, una macchinetta “mangiasoldi” ogni 150 abitanti
3.746 i videogiochi irregolari sequestrati nel 2010, alla media di 312 al mese
120.000 addetti che lavorano nel settore e muove gli affari di 5.000 aziende
Lombardia regione dove si spende di piu’
Tre volte alla settimana la media di gioco per i giocatori patologici, più di tre ore alla settimana e per una spesa ogni mese dai 600 euro in su,
5 -10% il soprapprezzo che i clan pagano i biglietti vincenti del Gratta e Vinci per riciclare soldi
294 sale e più di 50mila slot machine distribuite tra Roma e provincia.

 

Rassegna stampa 31 dicembre 2011-6 gennaio 2012

 

31/12/2011, La Stampa, Varazze (Sv), “Varazze, il paese delle sale giochi”, Massimo Picone (leggi)

2/01/2012, Famigliacristiana.it, “Quando il gioco è una malattia, un settore sempre prospero, nonostante la crisi”, Lorenzo Montanaro (leggi)

2/01/2012, Famigliacristiana.it, “Quando il gioco è una malattia, curarsi si può, ecco dove e come”, Lorenzo Montanaro (leggi)

2/01/2012, Famigliacristiana.it, “Quando il gioco è una malattia, la terapia preventiva del matematico e del fisico”, Lorenzo Montanaro (leggi)

2/01/2012, La Stampa, Sanremo, “L’annus horribilis del casinò chiuso con 9 milioni in meno”, Gianni Micaletto (leggi 1 2)

3/01/2012, La Stampa, Asti, “In un anno gli artigiani si sono giocati 232 milioni”, Roberto Gonella (leggi)

6/01/2012, La Stampa, Cuneo, “Slot machine, lotto e bingo, nel cuneese spesi 500 milioni”, Alberto Prieri (leggi 1 2)

Giochi…da ragazzi

 

Paolo Canova e Diego Rizzuto sono due ragazzi torinesi appassionati di matematica. Dopo la laurea in Matematica e Fisica, hanno deciso di studiare il gioco d’azzardo dal punto di vista scientifico. Dopo l’esperimento di “Fate il nostro gioco”, nato in seno alle Officine Scienza, hanno iniziato a portare i loro laboratori in giro per le scuole, in modo da contribuire a far nascere nei giovani una consapevolezza razionale nell’approccio al gioco d’azzardo. Li abbiamo intervistati per saperne di più sulla loro attività, e per riprendere i contatti in vista di future collaborazioni.

Paolo e Diego, com’è nata la vocazione di matematici del gioco d’azzardo?

Prima di tutto ci teniamo a precisare una cosa: con la nostra attività non abbiamo nessuna intenzione di demonizzare il gioco d’azzardo. Siamo per il gioco responsabile, da perseguire attraverso un’informazione trasparente, indipendente ed asettica. Spesso quest’attività provoca naturalmente l’effetto di portare a ridurre la propensione al gioco in chi scopre l’aleatorietà dei meccanismi sottostanti, ma non è questa la nostra missione. Siamo un matematico ed un fisico che fanno innanzitutto divulgazione scientifica con strumenti generalmente considerati poco divertenti come la matematica, per cercare di rendere il giocatore più consapevole a livello di percezione probabilistica nel gioco. Spesso ci dicono che il nostro stile è simile a quello delle Iene: vogliamo smascherare le ipocrisie insite nel settore, senza fare una critica assoluta, ma mostrando le cose in modo divertente, prendendoci un po’ in giro…

Dove vi siete conosciuti?

Al Festival della Scienza di Genova qualche anno fa, quando abbiamo deciso, con un po’ di coraggio, di impegnarci in questo settore, focalizzando progressivamente l’attenzione sull’aspetto sociale. Da un atteggiamento meramente critico siamo passati alla proposta, mettendo su, nel 2009, una mostra a nostro parere interessante ed esteticamente attraente, ma allo stesso tempo anche costosa e scomoda, in cui volevamo far provare a giocare la gente per poi lasciar valutare in autonomia la reale convenienza del gioco d’azzardo. Chiedendo aiuto ai Casinò e ai produttori, abbiamo rimediato alcuni tavoli da gioco professionali: roulette, blackjack, poker.

Dunque siete degli esperti giocatori?

Abbiamo studiato tutti i giochi e tutti i regolamenti, per capire i meccanismi che sottostanno a ciascuno di essi. I giochi, in fondo, sono inventati da matematici, e dunque sono i matematici a poterne smantellare i meccanismi. Volevamo capire quali sono le dinamiche che portano progressivamente il giocatore alla dipendenza. Pensiamo che nel giocatore medio italiano manchi in generale una consapevolezza matematica, elemento che comunque produce una minima razionalizzazione.

In questo senso pensate che la comunicazione, istituzionale e non, sia d’aiuto?

Assolutamente no. Nel 2011 è stata modificata, per fare un esempio, la modalità di comunicazione delle vincite. Se fino a poco tempo fa l’AAMS parlava di “spesa” in termini assoluti, dalla fine di questo anno con questo dato si dovrà intendere la differenza tra denaro speso e payout (la vincita), quindi a fronte di una spesa effettiva di circa 73 miliardi, si parlerà di soli 14 miliardi. L’errore di fondo è pensare che i soldi spesi ritornino alle stesse persone che li hanno persi. Non è così. Purtroppo in Italia nessuno affronta seriamente questo problema di comunicazione, perché dilagano i conflitti d’interesse. Altro esempio. L’altro giorno [inizio dicembre, ndr] eravamo in Consiglio Comunale, perché era in fase d’approvazione una mozione, promossa dai consiglieri Bertola e Appendino del Movimento 5 stelle, con cui il Comune si impegna a prestare attenzione ai problemi connessi al gioco d’azzardo, e a promuovere attività di sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole. In quella sede un Consigliere ha dichiarato che è inutile fare prevenzione, in quanto i malati di gioco ci saranno sempre. Noi contestiamo questo approccio, perché pensiamo che la gente non abbia piena coscienza del fatto che il gioco d’azzardo faccia male, anzi, si pensa ancora che faccia bene. L’impressione, in generale, è che ci sia ancora tanto lavoro da fare, perché mediamente i politici non hanno tutti gli elementi per indirizzare la pur presente buona volontà. Anche la proposta di ridurre gli orari di apertura delle sale da gioco – provvedimento contestato da molti esercenti – comunque non risolverebbe il problema. La comunicazione non aiuta anche perché utilizza testimonial amati ed importanti come Buffon, Totti, Claudio Bisio, per dare un messaggio del tutto fuorviante, o quantomeno non trasparente, che provoca assuefazione nell’utente medio. Emblematico è il caso della Pizza Superenalotto (ci toccano pure la pizza, no!!!) con cui ti regalano un tagliando del Superenalotto.

Come commentate le cifre stratosferiche di raccolta giochi 2011 e in generale, all’origine, la politica di incremento di offerta giochi?

Se lo Stato incentiva il gioco d’azzardo -e lo sta facendo- , gli italiani ovviamente giocano di più. Lo fa per guadagnarci, con la tassazione. In questo senso aspettiamo di vedere come si muoverà Monti. A questa incentivazione si accompagna la riduzione della percentuale intascata dallo Stato perché aumentano il payout medio e non si riduce in ugual misura la concessione dei margini di profitto alle società concessionarie. La manovra di agosto del governo Berlusconi aveva imposto un guadagno di un miliardo e mezzo in più, mediante l’introduzione di nuovi giochi e nuove modalità di gioco. Siamo, per così dire, in una specie di “bolla”: lo Stato si vede costretto a ridurre progressivamente il margine di profitto derivante dai giochi perché con queste cifre non si può continuare a giocare all’infinito.

Come pensate di studiare meglio questo fenomeno?

Pensiamo sia fondamentale creare una rete di persone e associazioni affidabili capaci di affrontare questo tema in modo serio, anche per trovare e scambiare più facilmente i dati disponibili, e in questo senso ci fa piacere riprendere i contatti con Libera, che abbiamo seguito da vicino fin dalla sua nascita. Per adesso, stiamo collaborando con realtà molto differenti tra loro: con la Provincia di Torino per portare questi temi nelle scuole, con l’Università di Torino per approfondire l’aspetto di legislazione europea, con associazioni del settore per approfondire i temi del gioco patologico, e con alcune ASL piemontesi, lombarde, valdostane e venete per quanto riguarda la formazione del personale dell’ASL e la prevenzione.

Diteci qualcosa a proposito dell’attività che svolgete nelle scuole. Che effetto ha sui ragazzi il vostro approccio matematico al gioco d’azzardo? Quali sono i prossimi appuntamenti a Torino?

Numerose (non meno di 60-70) sono le scuole in cui dal 2009 ad oggi abbiamo parlato di matematica e gioco d’azzardo. Ai ragazzi il gioco piace molto, e lo conoscono meglio della nostra generazione, e quindi l’interesse dei ragazzi e delle scuole è sempre forte. A Lodi un mese fa circa abbiamo tenuto un intervento di fronte in un auditorium di fronte a 800 ragazzi: oltre ad essere stata una bella soddisfazione per noi, è stato un segnale forte; i ragazzi sono stati due ore in silenzio a sentire parlare di matematica! In genere c’è grande attenzione ed interesse, che notiamo dai feedback ricevuti o dalle segnalazioni di tanti ragazzi che portano l’argomento del gioco d’azzardo come tesina per la maturità. Tuttavia, è difficile quantificare dei risultati. Ci stiamo attrezzando per somministrare dei questionari e capire quanto viene apprezzata la nostra attività, qual è la reale efficacia e come possiamo migliorarla.

Tra i prossimi appuntamenti previsti su Torino e provincia, saremo in oltre 40 scuole da gennaio ad aprile/maggio, grazie al finanziamento della Provincia di Torino, che si è accolata i costi: richieste di interventi arrivano da tutta Italia (dalla Sicilia al Veneto), noi siamo ben felici di andare ovunque richiedano il nostro intervento!

(www.fateilnostrogioco.it; Facebook: gruppo “Fate il Nostro gioco”)